martedì 13 novembre 2007

Lavorare nel non profit: alcuni suggerimenti


Molte persone arrivano impreparate alle soglie del mondo del lavoro per tanti motivi ma ho notato che un motivo su tutti è che ci sono veri e propri disguidi (o monopoli/asimmetrie) di informazione. Egoisticamente ognuno di noi pensa che se non dà quell’informazione, quella dritta fa il proprio interesse ma io non penso affatto che sia così. Più c’è trasparenza e partecipazione e più le idee possono circolare, le coscienze svegliarsi e le azioni migliorative prendere corpo.
Voglio allora condividere con tutti i lettori alcuni suggerimenti per lavorare nel settore non profit che mi sono stati dati da un’importante agenzia di selezione e formazione del personale per le ONG e che ho ricavato dalla mia esperienza personale.

Ecco alcuni step da seguire (non alla lettera perché non si può generalizzare):

1) Innanzitutto domandatevi effettivamente cosa vorreste e cosa siete disposti a fare, perché senza aver chiaro (anche solo più o meno) il vostro obiettivo professionale avete già dimezzato le vostre probabilità di essere assunti : ve lo dico per esperienza perché quando dicevo che non sapevo cosa volevo fare i miei potenziali datori di lavoro non ci rimanevano molto bene.

2) Non sparate nel mucchio come si dice ma mirate ad un obiettivo ben preciso. Mandare più curriculum possibile in giro è inizialmente una buona idea, ma poi dopo un po’ bisogna restringere il campo ad una rosa di soggetti che rispondono maggiormente ai vostri interessi/alla vostra formazione od esperienza lavorativa (rosa di soggetti che se proprio non vi vogliono assumere cambierà di frequente) e provare contatti diretti e solleciti.

3) Le organizzazioni cui è in prima battuta (ma anche in ultima spiaggia) preferibile rivolgersi sono quelle della vostra città/ provincia/ regione perché potreste anche ottenere un appuntamento face to face e giocarvi più carte in un colloquio diretto. Non fate come me che ho scritto fino a Catania prima di capirlo.

4) Se siete alla prima esperienza professionale meglio non vi proponiate per una collaborazione professionale (perché poi vi sarà chiesto cosa sapete effettivamente fare in concreto e voi…vabbè avete capito) ma per uno STAGE. L’alternativa è chiedere una collaborazione professionale per attirare l’attenzione e sperare che non rimagano delusi quando capiscono che siete alle prime armi.

5) Preparatevi a rispondere a domande come: “Che competenze intendi apportare alla nostra organizzazione?” Io non mi sono preparata…come avrete già intuito.

6) Molto spesso alla prima esperienza una strada da percorrere è quella di svolgere attività di volontariato presso l’Associazione che avete scelto; il vostro impegno nella migliore delle ipotesi sarà premiato e se non si libererà un posto di lavoro comunque avrete fatto un esperienza formativa.

7) La laurea ormai ce l’hanno tutti. Non snocciolate i nomi degli esami che avete sostenuto. Un’esperienza di volontariato è valutata in modo decisamente maggiore.

8) E da ultimo…sviluppate il Pr che c’è in ognuno di voi: più attivate contatti, più partecipate ad iniziative e più possibilità avrete di avere informazioni su eventuali posizioni lavorative aperte.

9) Non vi scoraggiate se la strada vi sembra lunga, magari vi può capitare di fare altri lavori del tutto diversi in attesa che si presenti un’occasione lavorativa. Nel frattempo continuate a partecipare ed a collaborare a titolo volontario.

Questi sono solo alcuni consigli generali, poi ognuno deve personalizzare il suo percorso di entrata nel mondo lavorativo.
Prossimamente altri suggerimenti per districarsi tra le figure professionali del non profit.

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